Ok ai prestiti ai dipendenti grazie alla cessione del quinto stipendio

 

Quali sono le discipline che governano i prestiti ai dipendenti? Lo strumento più noto di accesso al prestito per i dipendenti è la cessione del quinto dello stipendio, ad oggi un meccanismo di finanziamento tutelato come dirittoper tutte le categorie di dipendenti (pubblici e privati) e per i pensionati. Le ultime disposizioni di legge, infatti, prevedevano che un’azienda poteva, a suo giudizio, concedere o meno la possibilità di ottenere un prestito tramite cessione del quinto dello stipendio ad un proprio dipendente; ora questa tipologia di finanziamento è diventata, invece, un diritto per tutti i lavoratori.

La finanziaria del 2005 ha apportato alcune importanti modifiche alla disciplina originaria della cessione del quinto, le principali delle quali riguardano la possibilità di ottenere il prestito con una maggiore facilità rispetto al passato e di poterlo, poi, estendere a tutte le categorie. La cessione del quinto dello stipendio è un finanziamento che prevede il rimborso del prestito mediante una trattenuta (rata mensile) sulla busta paga del dipendente; tale rata è un quinto del reddito mensile che il lavoratore percepisce, e consente al lavoratore la possibilità di poter comunque contare mensilmente sui 4/5 del proprio stipendio. Una caratteristica essenziale del finanziamento via cessione del quinto è che il lavoratore/dipendente non è tenuto a motivare il perché della sua richiesta di prestito e può pertanto utilizzare il denaro come ritiene opportuno. Tra i vantaggi primari ricordiamo, inoltre, che trattandosi di un finanziamento a firma singola la cessione del quinto non necessita della richiesta di garanzie specifiche se non quelle che riguardano la posizione lavorativa del richiedente e quindi il dimostrare di essere un lavoratore dipendente con regolare una busta paga e titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Modello 730: le detrazioni per le assicurazioni nel 2013

 

Quali sono le spese relative a polizze tradizionali ed assicurazioni online che è possibile detrarre con il modello 730? Nel 2012 sono state infatti introdotte alcune modifiche legislative. Ecco una lista aggiornata che ricapitoli quali possibilità sono state messe a disposizione nella compilazione del 730 per tutti coloro che hanno stipulato polizze assicurative di vario genere.

Il 730/2013 infatti recepisce in pieno le disposizioni varate con la riforma del ministro Fornero e contenute nella legge 92/2012, che sancisce importanti novità e interessanti sconti fiscali anche per gli automobilisti.

Quando si stipula un’assicurazione RC auto, il SSN riceve una quota versata direttamente dalla Compagnia che copre le spese mediche per eventuali incidenti stradali. Nella dichiarazione dei redditi di quest’anno il contribuente può dedurre dal reddito imponibile questo contributo, che è sempre pari al 10,5% del premio assicurativo.

La Riforma Fornero tuttavia fissa una somma minima non deducibile pari a 40 euro. Ciò significa che è possibile dedurre solo l’importo eccedente 40 euro, e se il contributo versato al SSN è pari o inferiore a 40 euro non si potrà procedere ad alcuna deduzione.

Vediamo altri sconti fiscali calcolati sul reddito imponibile: sempre nell’ambito delle polizze assicurative è possibile dedurre i contribuiti INAIL che sono stati versati a tutela dagli incidenti domestici. Sono consentite anche deduzioni di contributi facoltativi, come quelli versati per la ricongiunzione di periodi assicurativi o per le forme pensionistiche complementari e le polizze sulla vita, entro una cifra massima pari a 5.164,57 euro.

Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali che operano direttamente sull’imposta, fino a 1.291,14 euro è possibile usufruire di una detrazione IRPEF del 19% per polizze sugli infortuni e sulla vita.